Franco Martelli…chi era costui?
Nel 1993 chiesi di essere trasferita nel plesso F.Martelli di Lunghezza perché avevo avuto sentore (che poi con il tempo si è avverato!) che in quella scuola avrei potuto insegnare in un clima molto speciale, in un ambiente cioè dove l’amore, l’attenzione e il rispetto era un habitus consolidato.
Appena arrivata cominciai a chiedere chi mai fosse quel Franco Martelli a cui era stata intitolata la scuola. Le risposte erano state vaghe, il personaggio storico non si delineava bene.
L’unico dato certo era la lapide commemorativa - che ancora oggi campeggia nel cortile interno dell’edificio - la cui data risaliva all’anno VIII dell’ Era Fascista, perciò 1930, ma senza alcuna traccia del nome Franco Martelli.
Per caso durante la visita ad una mostra al Ministero della Marina Militare sentii parlare della nave da guerra Franco Martelli da 15.000 t.p.l. che venne affondata da un sottomarino in Atlantico il 18 aprile 1941.
Il nome di Franco Martelli era consacrato ad una nave da guerra e di quell’importanza? Ne dedussi che il nostro protagonista doveva essere stato un uomo assai meritevole per aver ottenuto così tanto onore!
La cosa si faceva interessante e così cominciai a trascorrere qualche pomeriggio sia all’ARCHIVIO CAPITOLINO che all’ARCHIVIO DI STATO. Che emozione affondare il naso in quegli antichi documenti originali!
Perciò ho il piacere di condividere - con chi è curioso come me – parte del materiale che ho trovato a cominciare dal bando del 1929 (avviso di gara d’asta per la costruzione della scuola); il contratto della ditta Federici che ha ottenuto l’appalto dei lavori; alcuni antichi documenti scolastici e foto che mi hanno fornito i nonni dei miei alunni.
Ma dal capitolo delle Medaglie d’Oro Individuali è emersa la vera storia di un eroe di guerra: finalmente il coraggioso Franco Martelli!
Il nostro fu tenente mi perdonerà l’irriverenza ma, pur non volendo mancare di rispetto alla sua sincera fede alla causa (era pur sempre un volontario di buona famiglia), la prima volta che ho letto la motivazione per la sua decorazione ho riso per quel linguaggio così intriso di retorica fascista! Mi ricordava il modo di esprimersi dei documentari Luce tanto in voga in quegli anni.
Nel 1993 chiesi di essere trasferita nel plesso F.Martelli di Lunghezza perché avevo avuto sentore (che poi con il tempo si è avverato!) che in quella scuola avrei potuto insegnare in un clima molto speciale, in un ambiente cioè dove l’amore, l’attenzione e il rispetto era un habitus consolidato.
Appena arrivata cominciai a chiedere chi mai fosse quel Franco Martelli a cui era stata intitolata la scuola. Le risposte erano state vaghe, il personaggio storico non si delineava bene.
L’unico dato certo era la lapide commemorativa - che ancora oggi campeggia nel cortile interno dell’edificio - la cui data risaliva all’anno VIII dell’ Era Fascista, perciò 1930, ma senza alcuna traccia del nome Franco Martelli.
Per caso durante la visita ad una mostra al Ministero della Marina Militare sentii parlare della nave da guerra Franco Martelli da 15.000 t.p.l. che venne affondata da un sottomarino in Atlantico il 18 aprile 1941.
Il nome di Franco Martelli era consacrato ad una nave da guerra e di quell’importanza? Ne dedussi che il nostro protagonista doveva essere stato un uomo assai meritevole per aver ottenuto così tanto onore!
La cosa si faceva interessante e così cominciai a trascorrere qualche pomeriggio sia all’ARCHIVIO CAPITOLINO che all’ARCHIVIO DI STATO. Che emozione affondare il naso in quegli antichi documenti originali!
Perciò ho il piacere di condividere - con chi è curioso come me – parte del materiale che ho trovato a cominciare dal bando del 1929 (avviso di gara d’asta per la costruzione della scuola); il contratto della ditta Federici che ha ottenuto l’appalto dei lavori; alcuni antichi documenti scolastici e foto che mi hanno fornito i nonni dei miei alunni.
Ma dal capitolo delle Medaglie d’Oro Individuali è emersa la vera storia di un eroe di guerra: finalmente il coraggioso Franco Martelli!
Il nostro fu tenente mi perdonerà l’irriverenza ma, pur non volendo mancare di rispetto alla sua sincera fede alla causa (era pur sempre un volontario di buona famiglia), la prima volta che ho letto la motivazione per la sua decorazione ho riso per quel linguaggio così intriso di retorica fascista! Mi ricordava il modo di esprimersi dei documentari Luce tanto in voga in quegli anni.